Sunday, May 21, 2006

Ipse dixit 7, the truth.

Il buon Nietzsche, ci regala questa perla:
What then is truth? A movable host of metaphors, metonymies, and anthropomorphisms: in short, a sum of human relations which have been poetically and rhetorically intensified, transferred, and embellished, and which, after long usage, seem to a people to be fixed, canonical, and binding. Truths are illusions which we have forgotten are illusions- they are metaphors that have become worn out and have been drained of sensuous force, coins which have lost their embossing and are now considered as metal and no longer as coins.


Traduzione:
Che cos'e' dunque la verita'? Un volubile esercito di metafore, metonimie e antropomorfismi: in pratica una somma di relazioni umane che sono state poeticamente e retoricamente intensificate, trasferite e abbellite, e che, dopo lungo uso, a un popolo sembrano essere solide, canoniche, vincolanti. Le verita' sono illusioni che abbiamo dimenticato essere illusioni - sono metafore che si sono logorate e hanno perso la loro forza percepibile, sono monete con l'immagine in rilevo cosi' consumata che sono ora considerate non piu' monete, ma metallo

1 comment:

raraavis said...

"Se un'opera d'arte sopravvive è solo perché noi possiamo ancora rimuoverla dalla fissità della sua forma; sciogliere questa forma dentro di noi in movimento vitale; e la vita gliela diamo allora noi; di tempo in tempo diversa, e varia dall'uno all'altro di noi; tante vite, non una".
[Pirandello, Questa sera si recita a soggetto.]

Succede così anche per la verità. Essa è tale al di là della forma concreta, del simbolo che usiamo per veicolarla. La verità risiede nel soggetto, non nell'oggetto. Ed è proprio questo che la rende universale. Ci sono valori che connaturati nella natura umana, come parte del suo patrimonio genetico (e, forse, si può considerare questa affermazione in senso letterale), che superano lo spazio ed il tempo.
Nietzsche ci mette in guardia sul rischio di venire accecati dalla forma e dimenticare alla sostanza. In questo ha ragione.
Ma non si può dimenticare che la sostanza c'è, permane anche se nascosta in una moneta consumata. C'è chi non è capace di vederla e chi non la vuole vedere, perchè lo scetticismo può essere spesso una scelta di comodo.
Forse Nieztsche appartiene all'ultima categoria. Fortunatamente l'uomo è non l'ha davvero preso sul serio. Probabilmente è per questo che la sua parte di verità, ciò che di vero c'è nelle sue parole è rimasto scritto e letto e ripetuto per decenni, senza finire bruciato in qualche caminetto. Perchè "la vita, allora, gliela diamo noi".