Wednesday, December 14, 2005

Tasse etiche.

Tasse etiche. Mi pare pure giusto.

Se qualcuno i soldi li deve cacciare e' meglio che li caccino gli sporcaccioni. No?

EDIT: qualcuno paragona questa tassa a quella delle sigarette (v. commenti sotto!). In realta' c'e' una differenza fondamentale: le sigarette non fanno diventare ciechi.

6 comments:

Anonymous said...

Se la ragione è etica, a mio parere si genera un cortocircuito: da un lato si introduce un tributo cosiddetto etico, ma il profitto viene dalle perversioni vere o presunte dei contributori. Il circolo virtuoso è dunque puramente economico (avranno fatto il conto del giro di affari, che non sarà irrisorio...), ma dal punto di vista di etica politica, che è quanto la definizione di Tremonti sottintende, è un circolo MOLTO vizioso e pericoloso.
La vera eticità, come del resto sarei d'accordo, sarebbe non permettere la vendita così diffusa e aperta al pubblico di dette pubblicazioni; non sono vietate, ma non offendono chi non è d'accordo o si sente ferito dalla cosa. Tuttavia questo va contro l'interesse erariale. È un discorso simile a quello sul monopolio sulle sigarette. Certe contraddizioni vengono fuori proprio in casi simili. Prima di tutto, per tornare alla discussione della finanziaria, occorrerebbe chiedersi come mai mancano dei soldi e ci vuole una copertura di questo genere.

Ntxeon said...

Siamo nel 2006 gente! ma quali tasse etiche? la mediaset o la rai pagheranno per caso le "tasse etiche" quando fanno vedere rambo o 9 settimane e 1/2 in prima serata? solo noi poveri contribuenti, che tanto i soldi li coltiviamo, dobbiamo pagare per la nostra presunta immoralità... se qualcuno si sforzasse di capire qualcosa, per queste vaccate non ci sarebbe ne' spazio, ne' tempo, ne' interesse.

raraavis said...

Parliamoci chiaro.
Primo. Anche i cittadini con il senso civico più spiccato, quando viene loro data la possibilità di pagare qualche tassa in meno, non si tirano certo indietro. Non penso che qualcuno, d'ora in avanti, penserà che acquistando un porno fa un servizio alla comunità.
Secondo. Nessuno, neppure un'autorità religiosa, può impedire coercitivamente che un cittadino compia un atto, per quanto eticamente discutibile, a meno che non si tratti di un reato punibile. Non credo sia possibile, quindi, eliminare la pornografia. Anche perchè di sorgenti "alternative" ce n'è in abbondanza.
D'altra parte, qualsiasi autorità ha il diritto di trovare strade che, almeno, non incentivino il consumismo "vizioso".
E' una questione molto più "pragmatica" di quello che sembra. Un modo per unire l'utile al dilettevole (dei viziosi). Che eticamente non sia il massimo è innegabile. Ma i soldi non sono mai intrinsecamente puliti o sporchi. Dipende dall'uso e dall'intenzione. Anche ciò che proviene dalla pornografia può essere utile. I soldi "sporchi" non li vogliamo è una cosa che non regge (ed anche un po' infantile).
E poi, insomma, le "tasse etiche" sono un modo con cui i cittadini esercitano, una volta tanto, la libertà di decidere se versare o meno contributi al governo.

Anonymous said...

Mi sento in dovere di puntualizzare un fatto importante, altrimenti il ragionamento è incompleto: se è un problema di soldi che mancano per coprire un buco di bilancio, la cosa può anche star bene, basta che la si giustifichi. Esempio: la causa è la riforma delle aliquote di contribuzione (sarò maligno, ma secondo me è un po' da lì che nasce la catena di sperequazioni che poi va a generare fenomeni come questo). Allora io continuo a non essere d'accordo, però non posso oppormi alla legge se non con il voto elettorale a fine legislatura.
Se al contrario si tirano in ballo concetti un po' ideali di stato etico (Ntxeon mi può supportare meglio dal punto di vista teorico), come per l'appunto determinate dichiarazioni di intenti lasciano trasparire, allora sì che mi oppongo. Ma non per i soldi: per quanto ne so, le 10 euro che ho in tasca potrebbero essere serviti per pagare una dose di droga o una tangente (c'era una poesia-preghiera che avevo letto a proposito un po' di tempo fa). Per il concetto: se uno stato aspira all'eticità, per quanto parziale e contingente ai canoni storici cui appartiene, deve essere quanto più possibile garantista. Tradotto nella situazione corrente: non censura (neppure economica), ma discrezione. Si dimostra che ciò non interessa al legislatore perché un provvedimento del genere (finora! Non è detto che in futuro...) fotografa de facto la situazione attuale, la lascia inalterata e pensa unicamente al modo più efficace di trarne guadagno. Dove si trova la garanzia sottintesa dalle dichiarazioni di cui sopra? Tra l'altro, forse non ne otterrà neppure così tanto, di introito. Attenzione però perché costituisce un precedente, con tutto il peso che la cosa può avere.
Le sigarette, mi pare incontestabile, fanno male a cuore,polmoni e non solo. Le seghe si è dimostrato che non fanno male alla vista. Pertanto per le sigarette, dal punto di vista finanziario, l'interesse monopolista dello stato italiano è ancora più deprecabile. Altro esempio per cui in politica pura non ci si dovrebbe fidare di determinate parole (libertà, moralità, diritto, tutela...); giocoforza ci si deve accontentare di ricercare la loro applicazione, per rimanere in ambito statale, nel campo amministrativo. Lì dipende dalle persone, ma funziona un po' meglio.
Ultima cosa: portanto l'affermazione di Raraavis alle estreme conseguenze e ammettendo che la legge ti lasci la scelta, potrei anche rifiutarmi di pagare l'IVA del 20% sui prodotti musicali, considerati generi voluttuari e non culturali al 4%, semplicemente non comprando più CD. Riprendendo il discorso sull'eticità delle tasse, questa non solo è iniqua, ma è pure antietica perché lo stato fa soldi sul diritto dei cittadini alla cultura. Dopo l'introduzione della tassa sulle riviste pornografiche, desidero pertanto l'abolizione dell'IVA sui media culturali.
Scusate la lunghezza e la confusione, è solo che queste cose mi fanno incazzare, e quando succede non mi controllo più.

Ntxeon said...
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Ntxeon said...

Tanto per continuare il dibattito... secondo me c'è un po' di ipocrisia in questa legge, la ragione non è etica, a nessuno interessa, anzi, oggivengono considerati più "avanti" quelli di larghe vedute piuttosto che i conservatori, quindi non è nemmeno per fare un qualche genere di "bella figura". La ragione di questa tassa è certamente economica. Ma allora perchè non parlano chiaro? "ci servono soldi tasse sui film porno!" e uno si regola, ma che non ci prendano in giro... a chi interessa se la gente a casa si fa le pippe?
il fatto è che se non risanano il debito pubblico saremo declassati in europa, che se non fanno la tav gli scadono i finanziamenti... la verità è che sono messi male e si attaccano un po' dove possono