Saturday, September 10, 2005

Odifreddi: penna pennello e bacchetta 2.

Questo ho scritto io (prendendo l'idea e le parole da "La matematica nella cultura Occidentale", di Morris Kline):

Per capire cos'e' il suono prendiamo in esame cio' che succede quando un diapason viene messo in vibrazione. Se vediamo l'azione al rallentatore, possiamo immaginare il rebbio che si muove da una parte e dall'altra, prima spingendo le particelle d'aria che si trovano da una parte operando una compressione (queste a loro volta vanno a spingere le particelle che sono a loro vicine e trasferiscono loro l'energia che hanno ricevuto dal rebbio del diapason) e poi eseguendo una compressione nel verso opposto (che causa la dilatazione delle particelle che prima erano state compresse) creando cosi' una depressione che viene colmata dalle particelle d'aria che si trovano nelle immediate vicinanze (queste particelle si muovono creando a loro volta compressioni e depressioni e cosi' via). Questo meccanismo fa si' che le particelle trasmettano l'energia oscillando e non muovendosi fisicamente nella direzione di propagazione del suono. (E lo stesso principio per cui osservando un tappo di sughero in un lago con delle onde si vede che oscilla su e giu, ma rimane immobile rispetto alla direzione di propagazione dell'onda.) Descrivendo con un grafico la concentrazione delle molecole dell'aria agitate dal diapason in relazione al tempo otteniamo il grafico di una sinusoide y = a sen bx.


Questo ha scritto Odifreddi (p. 167). Va beh, e' meglio!
L'osservazione fondamentale fu che quando un suono puro viene prodotto, ad esempio da un diapason, esso genera vibrazioni che muovono le molecole dell'aria, provocando una serie di condensazioni e rarefazioni che si propaga longitudinalmente, a causa della tendenza della pressione a stabilizzarsi. Le molecole condensate tendono infatti a muoversi dove l'aria e' piu' rarefatta, creando a loro volta una rarefazione dove si trovano, nella quale tendono a muoversi le molecole condensate e cosi' via. Cio' che si allontana dalla sorgente e' l'onda delle condensazioni e delle rarefazioni, cioe' il suono, e non le molecole stesse, che invece si limitano a vibrare avanti e indietro con un movimento periodico descrivibile mediante una semplice funzione trigonometrica di tipo a cos(bx).


Forse non e' un caso che nella sua Bibliografia ci siano (insieme ad almeno 10volte tanti altri) buona parte dei libri che ho citato io. Il mondo e' piccolo!

1 comment:

raraavis said...

Magari, un giorno, un maturando (se esisterà ancora la categoria), potrebbe scrivere lo stesso di te...
Non è un ipotesi tanto remota, in fondo...